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Pagine riprodotte: coperta, frontespizio,
pp.[IX]-[XV], [XVII]-XXVII,
L'opera esposta costituisce il pretesto per compiere un breve viaggio tra le pubblicazioni dedicate alla fauna nazionale, a partire da quella "italica" di Bonaparte (vedi scheda) a quelle successive, sempre più dichiaratamente "italiane".
Tra il XVIII e il XIX secolo, mentre altri paesi europei fondavano i propri musei nazionali e ponevano le basi per lo studio dell'intera fauna locale, l'Italia non esisteva ancora come stato unitario e non era quindi facile pensare alla realizzazione di opere scientifiche di sintesi su un'area definita solo geograficamente. Appare significativo che sia un francese, lo zoologo e patriota Carlo Luciano Bonaparte, a pensare per primo ad una pubblicazione concepita in direzione "unitaria": infatti, oltre alla sua Iconografia della fauna italica, fino all'Unità non risultano lavori sulla fauna nazionale.
Nel corso della prima metà dell'Ottocento altri zoologi, in particolare entomologi, si erano occupati di ricerche faunistiche più locali o mirate a singoli raggruppamenti tassonomici.
Oronzo Gabriele Costa seguì ad esempio la redazione di una Fauna del regno di Napoli (1832-1836) condotta con uno stile nuovo, più accurato, attento, moderno nel rigore delle descrizioni, nella scelta dei caratteri, nella precisazione delle località e nell'interesse zoogeografico, tutti elementi che lo fanno considerare con Bonaparte uno dei primi grandi faunisti italiani.
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Ultimo aggiornamento
13.12.2021