MENU

Cessione del monopolio sulla fabbricazione dei tabacchi


Legge che approva la Convenzione per la costituzione di una Regia cointeressata per l'esercizio della provativa dei tabacchi Legge che approva la Convenzione per
la costituzione di una Regìa cointeressata
per l'esercizio della privativa dei tabacchi

24 agosto 1868

Estratto in formato PDF

(clicca sull'immagine)

Pagine riprodotte: 1223-1233

Il 15 luglio 1868 il Parlamento approvò la concessione della privativa di fabbricazione dei tabacchi ad una Regìa cointeressata, costituita da una società di capitalisti privati.

La manifattura dei tabacchi, su cui lo Stato deteneva il monopolio, avrebbe richiesto l’organica riorganizzazione e l’ammodernamento degli impianti di fabbricazione, ma a causa del forte disavanzo pubblico il governo non era in grado di operare gli investimenti necessari per risanare il settore.

Convinti inoltre che i privati fossero più adatti dello Stato a gestire le imprese economiche, gli uomini di governo stipularono una convenzione con un gruppo di investitori italiani e stranieri (la Società Generale del Credito Mobiliare Italiano, il gruppo Stern di Parigi, Londra e Francoforte e il gruppo della Banque de Paris).

In sostanza, lo Stato concedeva il monopolio sui tabacchi per 15 anni a una Società anonima, in cambio di un’anticipazione di 180 milioni di lire, un canone fisso annuale e una partecipazione agli utili pari al 40%.

La Destra piemontese e la maggioranza della Sinistra si opposero energicamente all’approvazione del provvedimento: se da una parte lo Stato, attraverso la concessione, risparmiava sugli investimenti necessari per risanare il settore, dall’altra, in cambio di un modesto vantaggio immediato, rinunciava a considerevoli introiti futuri.

La concessione si rivelò infatti vantaggiosa per il capitale privato. Per la sua approvazione in Parlamento fu determinate il voto di alcuni deputati, contro i quali si scatenarono accese polemiche e accuse di corruzione, in quanto proprietari di quote finanziarie della Regìa stessa. Allo scandalo seguì nel 1869 un’inchiesta parlamentare, ma - come già accaduto in seguito allo scandalo per la concessione delle ferrovie meridionali – l’indagine non riuscì a fare piena luce sulla vicenda e a sciogliere i dubbi sulla commistione tra bene pubblico e interesse privato.

 

Documenti correlati

Ultimo aggiornamento

06.06.2022

Cookie

I cookie di questo sito servono al suo corretto funzionamento e non raccolgono alcuna tua informazione personale. Se navighi su di esso accetti la loro presenza.  Maggiori informazioni