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Iura Propria: gli statuti a stampa (1475-1799) della Biblioteca di Scienze sociali

Statuta insignis oppidi Blanderati

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Statuta insignis oppidi Blanderati (1740?)

Biandrate
Statuta insignis oppidi Blanderati, et eius comitatus, videlicet, Casalisbeltrami, Vicilongi, et pertinentiarum, ad autographi codicis fidem noviter emendata, ac notis, pro faciliori eorum intelligentia illustrata.
Ex aedibus palatinis, [1740?].
In 4°.

Manzoni I, 57; Berlan 12; C1890 5 (109); Fontana I, 118; CRSS I, 116-117 e II, 70; Coing II.1, 257.

Gli statuti, approvati da Gian Galeazzo Visconti nel 1395, sono annotati da Donato Silva conte di Biandrate, autore anche della prefazione nella quale, inquadrato storicamente il fenomeno statutario, vengono esposti i motivi che l’hanno indotto all’opera di edizione. Se era vero che «pro Blanderati iusdicentium usu, statutorum codex necessarium esset» (p. VI), lo era altrettanto che le singole disposizioni dello statuto andavano coordinate con la successiva legislazione milanese ed illustrate con l’indicazione di quei giuristi che di esse si erano occupati; inoltre era spesso necessario spiegare il significato di certi nomi e termini usati nelle rubriche statutarie non più immediatamente e facilmente comprensibili anche agli stessi giuristi. Ecco che allora, tra l’altro, «aliquas praeterea notas addere placuit, ut nomina quaedam antiquitus cunctis nota, nunc autem antiquata, & a paucis intellecta, explicarem» (p. VII). La ricostruzione storica era dunque funzionale ad una corretta e consapevole applicazione del diritto vigente.

C-6-103.



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