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Iura Propria: gli statuti a stampa (1475-1799) della Biblioteca di Scienze sociali

Pontremuli statutorum, ac decretorum volumen

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Pontremuli statutorum, ac decretorum volumen (1571)

Pontremoli
Pontremuli statutorum, ac decretorum volumen.
Parmae, apud Seth Viottum, 1571.
In fol.

Bonaini 154; Berlan 106; Manzoni I, 388; C1890 5 (104); Fontana II, 407; CRSS V, 475-476, BEGA I.1, 109; Statuti toscani 130.

La stampa è disposta con decreto del general consiglio di Pontremoli il 6 marzo 1570 (1571 stile comune) [c. 5 r.]. L’edizione è costruita su un manoscritto esemplato e rimaneggiato nel 1566 dal notaio Giovanni Antonio Costa [c. 6 v.]. Il nucleo centrale degli statuti fu realizzato al tempo del reggimento di Gian Galeazzo Visconti conte di Virtù. Agli statuti segue la Copia delli capitoli ottenuti dall’eccellentissimo senato di Milano, per le saltarie delli donesi di Pontremoli, con l’approvazione del 2 giugno 1571 (p. 189).

C-6-99. Esemplare mutilo: del settimo e ultimo libro sopravvivono solo i primi due capitoli e parte del terzo, dei tredici che lo componevano.

D-1-164. Sul front.: «Di Stefano Bertolini». Legati all’edizione sono alcuni provvedimenti riguardanti il consiglio di Pontremoli, confermati il 12 luglio 1572 da Filippo II di Spagna duca di Milano (2 cc. a stampa).

FCA 195. Sul front.: «Francesco Antonio Gallo appuano»; «I. C. Zacharias Seraptus Pontremulensis ». Quest’ultimo ha decorato la parte centrale del frontespizio, aggiungendo alla torre raffigurata nello stemma di Pontremoli (cui ha anche disegnato due ali) un’asta cui è sospesa una corona, e al di sotto la scritta «Pontremulum aversus», e il motto «ex instabilitate stabilitas». Il volume proviene dalla Corte d’Appello, alla quale era giunto per la soppressione napoleonica del convento servita della Santissima Annunziata di Firenze. Nell’occhietto: «Annunziata 12.372»; all’interno del piatto di coperta: «A.2.1.4». Esemplare mancante delle pp. 187-[190]. Legati all’edizione sono alcuni provvedimenti riguardanti il consiglio di Pontremoli, confermati il 12 luglio 1572 da Filippo II di Spagna duca di Milano (2 cc. a stampa).



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