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Compendio della flora italiana

Compendio della flora italianaEstratto
Pagine riprodotte: frontespizio,
ai lettori, tavole XXIX, LXXVI
pp. 209-212; 477-478

Le prime due flore d'Italia (Bertoloni A., Flora italica, Bologna, 1833-1854, in 10 volumi; Parlatore F., Flora italiana, Firenze, 1848-1896, in 11 volumi, dei quali i primi 4 a cura dello stesso Parlatore e gli altri a cura di T. Caruel) precedono, nella pubblicazione e comunque nell'impianto originario, l'unità politica italiana, e "si possono sicuramente collocare sullo stesso piano di analoghe opere uscite all'incirca in quegli anni a cura di altri botanici e dedicate ad altri paesi europei" (Venanzoni, 1988). In questo senso esse rappresentano anche un buon esempio di quella cultura unitaria e con lo sguardo rivolto all'Europa che circolava nella Penisola e permeava i Congressi degli scienziati italiani.
Per date di progettazione e pubblicazione quella di Cesati, Passerini e Gibelli rappresenta di fatto la prima flora unitaria italiana. Si tratta di una flora analitica, organizzata cioè per chiavi allo scopo di consentire la determinazione delle specie. Comprende anche tavole con i dettagli delle singole entità, utili anch'essi al riconoscimento.
Un accenno al mutato assetto politico si trova nella breve presentazione Ai benevoli lettori: l'opera è concepita dai suoi autori nell'ambito del convegno dei naturalisti svoltosi a Biella nel 1864, in cui "naturalisti di tutte le parti d'Italia festosamente accorrevano per scambiarsi cordiali strette di mano e liberi pensieri, la prima volta dopo l'animoso Congresso di Venezia (1847)".

Ultimo aggiornamento

19.10.2022

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