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Il primo censimento nelle memorie di Leopoldo Galeotti

Frontespizio del primo censimento nelle memorie di Leopoldo GaleottiLa prima legislatura del Regno d'Italia.
Studi e ricordi di Leopoldo Galeotti

Pagine riprodotte: 46-52

“Prima ed indispensabile condizione delle molteplici riforme che attendevasi dal Parlamento, era il conoscere la popolazione del Regno, ed il modo col quale distribuivasi nelle sue diverse provincie.”

Con queste parole il deputato Leopoldo Galeotti introduce, nel libro di memorie La prima legislatura del Regno d’Italia, il capitolo dedicato al 1° censimento generale della popolazione, che costituì uno dei più importanti atti amministrativi del nuovo Stato.

Filippo Cordova, già direttore dell’Ufficio di statistica degli Stati sardi, divenuto ministro dell’agricoltura, industria e commercio nella prima legislatura, era riuscito a convincere il governo della necessità di effettuare un rilevamento statistico che offrisse l’immagine della popolazione del nuovo Regno, della sua distribuzione geografica e dei suoi elementi demografici, in concomitanza con i censimenti che si sarebbero effettuati proprio nell’anno 1861 in Inghilterra, in Francia e negli Stati dell’Unione doganale germanica.

L’8 settembre 1861 fu presentato il decreto che indiceva il primo Censimento generale e contemporaneo di tutta la popolazione italiana nella notte dal 31 dicembre 1861 al 1° gennaio 1862, convertito in legge il 20 febbraio 1862, quando le operazioni erano già state concluse.

In soli tre mesi furono eseguite le operazioni preliminari: in ogni comune fu istituita una giunta di statistica con il compito di seguire i lavori del municipio; nelle 59 province del Regno furono costituiti gli Uffici permanenti di statistica. Le operazioni si svolsero con regolarità e con la piena collaborazione delle autorità locali, considerando le difficoltà di rilevazione causate dall’analfabetismo di oltre i due terzi degli abitanti.

Gli Atti del censimento, suddivisi in sei parti, furono pubblicati nel 1864: nella prima parte venivano presentati i dati riguardanti il numero delle case, delle famiglie e il quadro degli abitanti per comune, nella seconda quelli relativi alla popolazione suddivisa per età, sesso, stato civile e istruzione; nella terza i dati relativi alla professione, all’età, al sesso e alle relazioni domestiche; nella quarta quelli relativi alle origini degli abitanti; nella quinta i dati sulle emigrazioni periodiche; nella sesta ed ultima la cittadinanza era classificata per sesso, lingua, religione, infermità.

La popolazione totale del Regno risultava al 31 dicembre 1861 pari a 21.777.334 persone. La popolazione rurale ammontava al 68,5% del totale. Gli analfabeti dai cinque anni in su risultavano 14.053.714, con una media del 75% e punte del 90% nel Meridione; l’analfabetismo femminile era del 10% maggiore di quello maschile.

Ultimo aggiornamento

06.06.2022

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