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Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola

Frontespizio dell'Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricolaInchiesta agraria e sulle condizioni
della classe agricola

Pagine riprodotte: 23-28

L'Inchiesta sulle condizioni della classe agricola in Italia, decretata con la legge del 15 marzo 1877, rappresenta la più completa documentazione sullo stato dell’economia agraria dell’Italia postunitaria. Gli atti dell’inchiesta, pubblicati dal 1881 al 1890, furono riassunti nella relazione finale del presidente della giunta, il senatore Stefano Jacini, che denunciò il disinteresse dei vari governi che avevano guidato il Paese nei confronti dell’agricoltura, che pure forniva allo Stato la maggior parte del reddito nazionale, senza ricevere in cambio né capitali, né stimoli o incentivi per il suo sviluppo.

L’indagine, che aveva avuto per oggetto le caratteristiche della proprietà fondiaria, le colture e i metodi di coltivazione, le condizioni di vita dei contadini, rivelava come a vent’anni dall’unificazione permanessero diverse realtà ambientali e produttive, legate a consuetudini, usi e culture diverse: a zone limitate di coltivazione intensiva, caratterizzate dall’impiego di fertilizzanti e di macchine agricole e dalla disponibilità di capitali e di spirito imprenditoriale si contrapponevano ampie estensioni incolte o poco produttive, a causa dei metodi arcaici di coltivazione adottati, e infinite gradazioni tra i due estremi.

Il Paese, inoltre, disponeva solo di una limitata superficie coltivabile, soggetta peraltro a siccità e malaria. Era quindi necessario aumentare la superficie produttiva attraverso rimboschimenti e bonifiche dei terreni, impiegare mezzi più moderni di coltivazione, concimazioni chimiche maggiori e l’irrigazione, attuare avvicendamenti più efficaci delle colture, incrementare le piante arboree e gli ortaggi. 

Jacini era un conservatore, di fede liberista, ma di fronte alla crisi agraria degli anni Ottanta, causata dalla concorrenza del grano americano, sostenne la necessità di difendere la produzione nazionale con un leggero protezionismo doganale e richiese al governo la riduzione del carico tributario e un consistente impegno finanziario a favore del settore agricolo.

Ultimo aggiornamento

06.06.2022

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