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Tesi di laurea "storiche" (precedenti al 1976)

Tra le tesi "storiche" sono comprese in primo luogo le tesi discusse nella Sezione di Filosofia e Filologia del Regio Istituto di studi superiori, pratici e di perfezionamento, nato a Firenze nel 1859, e inoltre, a partire dal 1924, le tesi di laurea della  Facoltà di Lettere e delle Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche  (già Istituto di Scienze Sociali Cesare Alfieri) dell'Università di Firenze, che ne fu erede. Dopo il 1963 questi documenti erano infatti confluiti nella nuova sede della Biblioteca di Lettere e Filosofia, che in quell'anno si era trasferita nell'edificio di Piazza Brunelleschi, i cui vasti magazzini apparivano adatti ad ospitarle. Si conserva un catalogo generale cartaceo (1870-1940), notevolmente più vasto della raccolta attuale. Tuttavia sono state ritrovate nei depositi della Biblioteca di Lettere anche alcune tesi scientifiche, provenienti da altre Facoltà, che potrebbero aver fatto parte di una serie più ampia. A questi testi si aggiungono le tesi letterarie redatte tra il 1940 e il 1963, anno in cui fu inaugurato il nuovo catalogo delle tesi della Biblioteca di Lettere, che è tuttora in corso.

Il nucleo umanistico ammonta a più di 1200 volumi (740 di Lettere, 300 di Magistero, le restanti dell'area di Giurisprudenza e Scienze Politiche); la tesi più antica è datata 1877, anno in cui l'originaria biblioteca della Sezione di Filosofia e Filologia dell'Istituto di Studi Superiori prese avvio e che può quindi venir considerato l'anno di nascita dell'attuale Biblioteca di Lettere.

Dal 14 marzo 2012 anche la Biblioteca Biomedica ha iniziato ad inserire nel catalogo le proprie tesi storiche. Il nucleo conservato presso la Biblioteca Biomedica ammonta a 1700 volumi (1682 di Medicina e Chirurgia, 18 di Farmacia e Chimica), il più antico dei quali risale al 1883 e testimonia l'attività didattica della Sezione di Medicina e Chirurgia dell'Istituto di Studi Superiori fino al 1924 e successivamente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Firenze fino al 1941.

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Subito dopo il trasferimento nella sede di Piazza Brunelleschi sopraggiunse l'alluvione del 4 novembre 1966, che invase ben due piani dei depositi della biblioteca. Anche le tesi "storiche", come numerose altre raccolte, vennero sommerse. I lavori documentati in questo catalogo sono i testi superstiti, sopravvissuti cioè alla distruzione delle acque fangose. Purtroppo la maggior parte di quei volumi è andata irrimediabilmente perduta. I testi residui, conservati per anni nei depositi perché ancora leggibili malgrado i danni subiti, sono rimasti a lungo inutilizzati. Altre erano le urgenze, molti i materiali danneggiati che occorreva restituire alla fruizione pubblica.

Nel 2008 è iniziato un paziente lavoro di recupero a cura della Biblioteca Umanistica, con la collaborazione del Dipartimento di Italianistica nell'ambito del progetto di ricerca interdisciplinare dedicato alla storia dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze. Sebbene decimati e in precarie condizioni di conservazione, questi documenti testimoniano  in particolare, attraverso le tesi manoscritte più antiche, il grande prestigio culturale dell'Istituto di Studi superiori, vero e proprio polo di attrazione per molti studiosi italiani e stranieri della seconda metà dell'Ottocento e dei due primi decenni del Novecento. Per lo più essi erano già laureati presso altre università e giungevano a Firenze per perfezionarsi, richiamati dall'alto valore scientifico degli insegnamenti impartiti. Tra i molti nomi illustri documentati nel catalogo si segnalano, per gli anni di attività dell'Istituto di studi superiori, l'orientalista fiorentino Umberto Cassuto, presente insieme a un altro membro della famiglia, poi  sterminata nei campi di concentramento nazisti; l'archeologo trentino Federico Halbherr, che fu allievo di Domenico Comparetti (benché la tesi inserita in questo catalogo non sia quella fiorentina di perfezionamento); gli irredentisti vociani Giani Stuparich e Scipio Slataper. Per gli anni di attività dell'Università propriamente detta, invece, si segnalano la tesi del poeta Mario Luzi e quella dell'attore Paolo Poli. Si sono salvate inoltre numerose tesi redatte da futuri docenti dell'Ateneo, che ricoprirono cattedre prestigiose dal secondo dopoguerra. Per l'area giuridica, tra le tesi provenienti dall'Istituto di Scienze sociali Cesare Alfieri si segnala la tesi del futuro presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini.

La raccolta è stata integrata, nel corso nel 2009, dal recupero delle tesi "storiche" dell'Istituto Superiore di Magistero, poi Facoltà di Magistero e infine di Scienze della Formazione, avvenuto nella sede di quest'ultima in via del Parione in occasione del trasloco in altro edificio.

Le fasi di allestimento del catalogo sono state tre: la prima ha coinciso con la ricognizione delle tesi superstiti e con una prima risistemazione fisica, intesa a evitare ulteriori danneggiamenti alle carte; la seconda ha comportato, per ciascun documento ritrovato, l'individuazione della relativa scheda cartacea al fine di integrare le parti mancanti - spesso il frontespizio è parzialmente leggibile - e di attribuire di nuovo la collocazione originaria, o in assenza di scheda di provvedere a una nuova registrazione e a una nuova collocazione La terza fase è consistita nell'allestimento del catalogo in linea, accessibile ed interrogabile via Internet, con l'aggiunta di note biografiche sugli autori noti e di altri dati ricavati dallo spoglio di documenti dell'archivio storico dell'Università di Firenze e di altri documenti rintracciati nella Segreteria studenti della Facoltà di Lettere.

In occasione della mostra “Le tesi delle prime donne laureate a Firenze” del 2018 sono state digitalizzate e pubblicate online più di 150 tesi discusse dalle prime donne laureate a Firenze, dalla fine dell’Ottocento fino alle soglie della Seconda Guerra Mondiale.

L’iniziativa rientra in un progetto finalizzato a ricostruire una tappa dell’emancipazione femminile, l’accesso all’alta formazione, consentito in Italia soltanto a partire dal 1875 per effetto di un nuovo Regolamento universitario che per la prima volta ammetteva esplicitamente la frequenza ai corsi delle donne. 

Ultimo aggiornamento

23.08.2022

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